Per questioni di privacy, dovrò dimenticarti

Ho abbandonato questo blog e non conosco a fondo le ragioni che mi portano a riesumarlo. All’inizio ho creato questo spazio per parlare di scienza, non in modo divulgativo ma speculativo per blaterare su argomenti di confine riguardo il progresso umano. Tuttavia, nonostante i miei studi accademici mi portassero più vicino ai temi della medicina rigenerativa e della terapia genica, di cui avrei tanto voluto parlare nei rispettivi contenitori “Il fuoco di Prometeo” e “I figli di Dolly”, ecco nonostante quelle premesse, presto mi sono stancato, motivato a spostare la mia ossessione in maniera pressoché esclusiva su un tema soltanto, l’intelligenza artificiale. L’ho fatto per qualche mese, forse anno, poi anche in quel caso non so dire se i miei argomenti si fossero esauriti o, se più semplicemente, è accaduto che tutti si siano messi a parlarne e io mi sia stufato per reazione uguale e contraria all’entusiasmo collettivo.

Devo essere sincero, non mi sento all’altezza di tenere un blog: non ho la costanza, né la disciplina. Probabilmente nemmeno le capacità: se volete sentire la gente parlare di intelligenza artificiale ci sono tanti articoli che escono ogni giorno, di gente competente e dedita, o ancor meglio mettetevi comodi, sotto le coperte nascosti dal freddo di questo inverno, magari una tazza calda di the verde, uno snack se non vi sentite in colpa, e guardate un bel video. Da quando ho smesso di scrivere su questo blog sono successe un sacco di cose in ambito I.A., Chat-GPT prima di tutto, e ho provato tante volte a dire la mia, a voler raccontare l’uso che ne faccio, ma la verità è che oggi per me parlare di questi argomenti nei confini di un blog mi risulta tremendamente difficile, poiché la pervasività degli strumenti che la sfruttano è talmente vasta nella mia quotidianità che ormai mi sento ridotto a raccontare non più ciò che mi affascina, bensì ciò che sono arrivato a considerare perfettamente naturale. Scriverei un articolo di blog sul fatto che la mattina mi alzo e faccio colazione cucinandomi il porridge? No, non lo farei, ma è qualcosa che mi fa felice, che fa parte di quello che sono, che non ha senso sbandierarlo ai quattro venti, così come non ha senso raccontare che utilizzo Suno per creare colonne sonore per la mia vita e per i momenti stupidi – il porridge però può essere molto buono, se siete interessati cercatela voi una ricetta su Google o su Youtube e usate frutta di stagione.

Un esempio dei miei porridge

Quest’anno, però, mi sono fatto un tatuaggio: mi sono tatuato sull’avambraccio destro la posizione della scacchiera Go dopo la mossa numero 78 nella quarta partita tra Lee Sedol e Alpha Go. C’è un documentario bellissimo che ne parla e condivido le parole di Benjamin Labatut che, in qualche intervista in cui promuove il suo ultimo libro Maniac, dice: “è un miracolo” (riferito proprio a quella mossa, proprio la numero 78 nella quarta partita tra Lee Sedol e Alpha Go, proprio quella che mi sono tatuato). Questo è solamente per dire che non è che non ne importa più nulla, sono tematiche che toccano alcune corde nascoste nel profondo di quello che sono e sarò sincero nei mesi di assenza dal blog mi sono occupato di altro, mi sono impegnato in altri progetti. Uno di questi è il mio terzo romanzo che, finché non troverà la casa giusta in cui abitare, non è una cosa di cui parlerò mai qui né altrove. È stato qualcosa che ha richiesto il suo tempo e, se penso che parte di quel tempo è stato sottratto alla cura di questo blog (fino a giungere al punto in cui l’ho abbandonato), dico che sono contento, che era la cosa giusta da fare. E poi nel 2024 ho lavorato anche ad altro, ad esempio un racconto che si chiama “Per questioni di privacy, dovrò dimenticarti”. Questo articolo che non ha né capo né coda ha solo l’obiettivo di dargli un po’ di visibilità, dato che quel racconto è stato selezionato come migliore nell’edizione 20 “Intelligenza alternativa” dell’antologia N.A.S.F., concorso letterario di genere fantascientifico dedicato nel 2024 al tema dell’intelligenza artificiale.

Commetterò il peccato mortale di dirvi di cosa parla il mio racconto, o peggio provare a spiegarvelo? Se davvero dovessi arrivare a tanto, per favore pregate che un attacco DDoS o qualsiasi altro problema di natura informatica abbatta questa pagina. Sono semplicemente contento di aver avuto l’opportunità di lavorare a questa breve storia e che qualcuno abbia creduto in essa tanto da premiarla. E sono qui per dire che questo racconto può essere letto acquistando una copia dell’antologia qui, oppure ascoltando gratuitamente l’audiolibro qua sotto.

Mi sento di ringraziare Massimo Baglione e Carlo Trotta che hanno curato il concorso e l’antologia e Chiara Tambani per la lettura del racconto e, visto che non l’ho fatto da nessuna parte, ringraziare anche Donatella, Beatrice, Michele e Aline per aver letto in anteprima quello che avevo scritto condividendomi preziosi consigli. Per il resto credo di aver blaterato a lungo, quindi ringrazio anche tutti gli altri per la pazienza.

Antologia di racconti di fantascienza italiana Nuovi Autori Sci Fi a cura di Massimo Baglione e Carlo Trotta, edizione con i testi vincitori del concorso svolto nel 2024. Copertina di Riccardo Simone.


Questo articolo fa parte della rubrica 404 Human Not Found

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